Bah, questo libro non ha senso. E' solo una storiella per bambini scritta da un tossico che vedeva i draghi. Ah, ma c'è pure il libro? Io ho visto solo il film della Disney. No, non l' originale, il remake di Burton.
Penso che almeno uno di voi abbia sentito una di queste frasi (e se avete alzato gli occhi al cielo, avete la mia benedizione) oppure avete letto qualche citazione tratta dal libro sotto un post qualsiasi di una pagina social qualsiasi di un influencer qualsiasi. E lasciatemi dire che è davvero un peccato. E' un peccato che quella poveraccia di Alice sia stata ingrandita e poi rimpicciolita, abbia rischiato di perdere la testa, sia rimasta incastrata in una casa e sia stata aspramente sgridata da più o meno tutti i personaggi del libro (dal Brucaliffo alla Finta Tartaruga, della quale so che non avete mai sentito parlare) e alla fine sia stata ridotta ad una favoletta nonsense fin troppo instagrammabile. Qui lo dico con convinzione: "Alice Nel Paese Delle Meraviglie" è uno dei capolavori della letteratura nonsense. E importa poco che lo leggiate partendo dalla fine, dai 3/4, dal settimo capitolo o dal centro, state pure certi che quello che state leggendo non avrà niente a che fare né con quello che avete letto prima né tanto meno con quello che leggerete tra 13 pagine. Ma penso che, per citare il Bianconiglio, si debba partire dall'inizio e andare avanti finché non si arriva alla fine e poi, fermarsi: si potrà apprezzare meglio questa avventura, che è molto più "moltosa" di quello che si pensa. E poi magari tra una filastrocca storpiata e un neonato che diventa un maiale, riuscirete a cogliere la sottile e arguta satira alla politica e società inglese del tempo. Ma forse sono io che divago: il libro potrebbe essere davvero soltanto ciò per cui è nato, ovvero il regalo di un (quasi certamente pedofilo) per la piccola Alice Liddle. Forse non è davvero nient'altro che un paese pieno di creature assurde con una voglia matta di sparare frasi straordinariamente acute.
Bea
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